Durante il nostro viaggio lungo la Wild Atlantic Way, una tappa immancabile sarà sicuramente quella dalle celebri Cliffs of Moher, spettacolari falesie a picco sull’Oceano Atlantico che raccontano, strato dopo strato, milioni di anni di storia della terra. Qui, accompagnati dalle nostre guide, potremo osservare non solo l’imponenza paesaggistica del luogo, ma leggere anche le tracce di un antico passato sepolto nella roccia.
Le Cliffs of Moher si estendono per circa 8 chilometri lungo la costa della contea di Clare e raggiungono un’altezza massima di 214 metri presso la O’Brien’s Tower, punto panoramico da cui si può ammirare l’immensità dell’oceano e, nelle giornate limpide, perfino le isole Aran e le montagne del Parco Nazionale del Connemara.
Un mare tropicale… 320 milioni di anni fa
La formazione delle Cliffs risale al Periodo Carbonifero, circa 320 milioni di anni fa. All’epoca, l’attuale Irlanda si trovava nei pressi dell’equatore ed era ricoperta da un mare tropicale poco profondo, punteggiato da delta fluviali simili a quelli dell’odierno Mississippi.
Proprio in quel contesto si sono formati gli strati alternati di arenarie e siltiti che costituiscono oggi le falesie. Questi sedimenti si sono depositati a seguito del trasporto da parte di antichi fiumi carichi di sabbia e limo, che sfociavano nel mare formando enormi ventagli di sedimenti. Col tempo, questi materiali si sono compattati e litificati, trasformandosi in roccia solida.
Una geologia fatta di strati e tracce fossili
Passeggiando lungo le Cliffs e osservando da vicino le pareti rocciose, è possibile distinguere chiaramente i diversi strati, disposti in orizzontale come fossero pagine di un libro. In alcuni livelli si trovano anche tracce fossili, come le “gallerie” scavate nel sedimento morbido da antichi organismi marini: vere e proprie “firme” lasciate dalla vita del Carbonifero.

Le condizioni ambientali di quel tempo, con il susseguirsi di periodi con correnti turbolenti (che depositavano sabbie) e periodi più tranquilli (che permettevano la sedimentazione dei fanghi fini), hanno dato origine a un’alternanza di litologie che oggi conferisce alle Cliffs of Moher il loro caratteristico aspetto a gradoni.
L’erosione, l’artista delle falesie
Dopo la loro formazione, le rocce sono state lentamente sollevate dal fondale marino e modellate dai lentissimi processi tettonici. L’opera di erosione marina, combinata con le forti piogge atlantiche e il vento, ha infine scolpito nel corso di milioni di anni le spettacolari falesie a strapiombo che vediamo oggi. Le onde scavano e modellano incessantemente la base delle scogliere, formando grotte, archi naturali e pinnacoli rocciosi, regalando un paesaggio in continua trasformazione.
Un ambiente vivo, sopra e sotto
Oltre al valore geologico, le Cliffs of Moher sono un importante sito naturalistico, dichiarato Geoparco UNESCO. Ospitano infatti numerose specie di uccelli marini, tra cui le celebri pulcinelle di mare (puffin), che nidificano tra le fenditure delle rocce durante la primavera. Anche la flora che cresce sulla sommità delle falesie si è adattata a condizioni estreme, tra salsedine, vento e terreni poveri. Tra i fiori più caratteristici del luogo citiamo la Jasone montana e la Armeria maritima.
Un paesaggio che racconta il tempo
Visitare le Cliffs of Moher non significa soltanto ammirare un panorama mozzafiato, ma anche ripercorrere con gli occhi della geologia la storia di un antico paesaggio sottomarino, trasformato dalle forze della Terra e dal lento lavorio del tempo. Un luogo dove il passato emerge a ogni passo, e dove la natura continua, ancora oggi, a scrivere la sua storia.
Edoardo Scognamiglio
Bibliografia:
– “Ireland’s Cliffs of Moher and the Burren” – Burren and Cliffs of Moher Geopark
– “Geology of Ireland” – Patrick N. Wyse Jackson
– “The wildflowers of Ireland” – Zoë Devlin