Da alcuni anni accompagno il trekking Thorsmork – Landmannalaugar, noto anche come “Laugavegur”, il sentiero delle sorgenti calde.
Questo è il percorso più conosciuto e amato in Islanda ed è considerato da molti che lo hanno percorso uno dei trekking più belli al mondo.
Lungo tutto l’itinerario è un continuo variare di paesaggi, ghiacciai, vulcani, sorgenti calde, canyon, cascate, fiumi impetuosi e soprattutto una varietà infinita di colori.
E’ affascinante percorrere questo trekking, perché bisogna farlo in autonomia, bisogna trasportare il proprio cibo, i sacchi a pelo e tutto quello che ci serve per tre giorni, i rifugi che si incontrano sul sentiero, offrono solo il posto letto e l’uso della cucina.
Questo modo di spostarci ci consente di vivere appieno l’Islanda e la sua natura prorompente!

Dallo scorso anno abbiamo deciso, assieme alle altre guide slow-trekking di aggiungere al classico percorso (Thorsmork-Landmannalaugar), un giorno in più di cammino per rendere ancora più completo l’itinerario.
Dalla splendida cascata di Skogafoss ci si dirige fino al passo Fimmvörðuháls da cui si scende verso la suggestiva vallata di Thorsmork.
Sicuramente questa è la tappa più impegnativa, le difficoltà sono dovute al dislivello che bisogna superare, circa 1000 metri, ma anche alla lunghezza del percorso: circa 10 ore di cammino.
L’attraversamento del campo lavico ancora fumante, dopo l’eruzione del vulcano Eyjafjöll e la vista sugli sconfinati ghiacciai ripagano sicuramente la fatica dell’ascesa.
La discesa verso Thorsmork (il bosco di Thor) è altrettanto appagante, si cammina in mezzo a valloni scavati nella cenere, accumulatasi in seguito alle numerose eruzioni che si sono susseguite nel corso dei secoli.
Camminando in questi luoghi sembra di attraversare il paese delle fiabe!

La seconda tappa è dal rifugio di Thorsmork a quello di Emstrur.
Si parte attraversando il bosco di Thor costituito da betulle nane, l’originario bosco islandese.
Probabilmente lo scenario che attraversiamo è molto simile, a quello che trovarono i primi vichinghi  che colonizzarono l’isola.
Pochi chilometri dopo il rifugio si deve superare la prima difficoltà,
non tutti i fiumi sul tracciato hanno i ponti, il fiume Throngan è uno di quelli, ed è sicuramente il guado più impegnativo, a volte ci è capitato di attraversarlo con l’acqua che superava abbondantemente il ginocchio e la corrente molto forte, fondamentale è avere i bastoni da trekking, utili per mantenere l’equilibrio nella corrente.
Durante questa tappa è d’obbligo fermarsi e girarsi ad ammirare l’imponente sagoma del ghiacciaio Eyjafjallajokull sotto il quale “batte il cuore” del vulcano, tanto famoso dopo l’eruzione del 2010.
Dopo circa 15 km di cammino si giunge al rifugio Emstrur, posizionato su un terrazzo naturale dove è possibile ammirare l’imponenza del ghiacciaio Myrdalsjokull, secondo ghiacciaio d’Islanda, dove sotto la sua coltre di oltre 200 metri di ghiaccio è celato l’enorme vulcano Katla.

Durante la terza tappa si attraversano vastissimi pianori ammantati da cenere, luoghi che possono diventare infernali se si alza il vento!
Guadato il fiume Blahfiallakvisl dopo pochi chilometri si arriva al rifugio di Alftavatn costruito in riva all’omonimo lago, in un luogo fantastico!
Per gran parte di questa tappa si è accompagnati dalla vista del vulcano Hattafell, che si innalza imponente dall’altopiano, in islandese vuol dire la “montagna a cappello”.

L’ultima fatica è di 20 chilometri, da Alftavatn a Landmannalaugar.
Poco dopo la partenza è necessario superare un dislivello di 400 metri, che porta su un altopiano, dove è possibile trovare molta neve, in questo caso è necessario prestare molta attenzione nell’attraversare le vallette colme di neve, sotto cui scorrono piccoli torrenti.
Superate queste ultime difficoltà si raggiunge il rifugio di Hrafntinnusker, costruito su un promontorio ricoperto di ossidiana luccicante che rende il paesaggio surreale.
Dopo una breve sosta si riparte alla volta delle “montagne colorate” di riolite, che caratterizzano il paesaggio di Landmannalaugar.
In questa zona il colore arancione è prevalente, ma non l’unico, si alternano verdi, azzurri, rossi e come se non bastasse i colori continuano a cambiare al variare della luce influenzata dal passaggio delle nuvole.
Si attraversa un altopiano a 1000 metri di altitudine, a tratti ancora coperto di neve, si giunge così ad un valico dove è possibile ammirare tutta la maestosità della colata di ossidiana che copre l’area di Landmannalougar.
Le forme e i colori in questa zona sono incredibili!
Sorgenti di acqua calda, fumarole e l’odore acre dello zolfo ci ricordano che qui sotto c’è ancora tanta energia e tutto è così labile e improvvisamente mutevole.
Dopo una ripida discesa si giunge all’ultimo rifugio…dove ci aspetta un rilassante e ritemprante bagno caldo, nella pozza naturale a 40 gradi!

Mauro Scattolin